Le intelligenze multiple

Non esiste un unico modello di Intelligenza umana.

Realizzare che l’intelligenza emotiva – quella che ci permette di capire noi stessi e gli altri – è un’intelligenza paritetica a quella che ci permette di comprendere la matematica e la fisica, è stata per me una vera e propria scoperta.

A parlarne per la prima volta è stato lo neuropsicologo statunitense Howard Gardner , nel suo libro “Frames of mind”, pubblicato nel 1983 e  conosciuto in Italia come “Formae mentis” (1987).

Gardner definisce l’intelligenza come “la capacità di risolvere problemi o di elaborare prodotti ritenuti validi per una o più culture” e riscontra molteplici tipologie d’intelligenza, molto differenti l’una dall’altra , tra loro assolutamente indipendenti e tutte di uguale valore (la preferenza per una rispetto ad un’altra dipende solo dall’ambito in cui deve essere applicata).

Oggi, finalmente, la Neuroscienza lavora stabilmente su queste intelligenze, ed è giunta a modificare l’approccio nato alla fine del XIX secolo, per opera di Francis Galton –  cugino del famoso Charles Darwin – che studiò e calcolò l’intelligenza umana come il risultato di una combinazione di fattori ereditari e di fattori ambientali.

Adesso si è dunque consapevoli del fatto che esistono ben nove forme di Intelligenza (Gardner inizialmente ne ha identificate 7), ognuna delle quali comporta l’attivazione di zone cerebrali specifiche, appartenenti ai due differenti Emisferi Cerebrali.

Ogni persona è un mondo a sé, nel suo mix perfetto.

A questo punto va da sè che oggi, finalmente, alla luce delle recenti scoperte in ambito della Neuroscienza, il Test del Q.I. è sempre meno utilizzato e – ciò che è particolarmente rilevante – è stata scalfita la convinzione che un elevato punteggio di QI garantisca di per sè successo nel lavoro e nella vita in generale.

Gardner ha sostenuto e dimostrato la sua teoria attraverso molteplici ricerche – eseguite inizialmente sui bambini ed in seguito su pazienti che avevano subito degli ictus e che mostravano deficit di alcune funzioni cognitive – giungendo così a criticare la teoria classica dell’intelligenza, considerata totalmente riduttiva.

La teoria delle intelligenze multiple di Gardner afferma che ognuno nasce con delle tendenze genetiche che, se coltivate, possono valorizzare diverse abilità.

 “Una persona nasce con tutte le intelligenze e ne sviluppa solo una o due fino all’eccellenza”.

Nello specifico, Gardner ha sostenuto che, oltre alle due intelligenze note e tradizionalmente misurate (nonché curate in ambito scolastico) – l’intelligenza linguistica e quella logico-matematica –  esistono almeno altre cinque forme d’intelligenza:

  • l’intelligenza spaziale; (associata ad arti e mestieri)
  • l’intelligenza interpersonale; (personale o emotiva)
  • l’intelligenza intrapersonale; (personale o emotiva)
  • l’intelligenza corporeo cinestetica; (associata ad arti e mestieri)
  •  l’intelligenza musicale (associata ad arti e mestieri)

Gardner spiega che la genialità di uno scienziato non lo rende tale necessariamente in ogni ambito della sua vita. Un genio della finanza, non lo sarà necessariamente altrettanto nel campo della musica o dello sport, piuttosto che nel senso dell’orientamento o delle relazioni empatiche. Ogni area della vita utilizza un tipo d’intelligenza specifico e non si può eccellere in tutte per solo “diritto di nascita”.

Con questa premessa diventa consequenziale la prospettiva che si possa raggiungere un maggior benessere individuale e sociale, attraverso il potenziamento di  queste forme di intelligenza.

Quando l’intelligenza è concepita come un’abilità, si può tradurre nella speranza di guardare alla vita in modo diverso, con maggiore fiducia ed ottimismo.

Osserviamo ora nel dettaglio le diverse tipologie.

Intelligenza logico – matematica

E’ l’intelligenza che è stata individuata e misurata per prima. Impiegata nella risoluzione dei problemi di logica e nell’eseguire operazioni matematiche, la utilizzano in particolare le persone che lavorano facilmente con concetti astratti, come  matematici, scienziati, programmatori e contabili, ingegneri e tecnici, nonché coloro che utilizzano capacità logiche e ragionamenti deduttivi.

Uno studente che ha questo tipo di intelligenza particolarmente sviluppata, si distingue nelle materie di ragionamento e logica (matematica, geometria e fisica).

E’ un’intelligenza propria dell’Emisfero Cerebrale sinistro.

Intelligenza verbale – linguistica

È l’intelligenza impiegata per articolare le parole efficacemente, sia in forma orale che scritta. Ci permette di scrivere, comunicare ed imparare le lingue facilmente. E’ particolarmente utilizzata da  scrittori, avvocati, giornalisti ed insegnanti e da tutti coloro che coltivano la passione per la lettura, per la scrittura e che sono abili con il gioco e l’uso delle parole.

Uno studente che ha questa forma d’intelligenza particolarmente sviluppata, eccelle nell’apprendere le lingue straniere e nelle materie umanistiche (storia e letteratura).

A livello cerebrale ne sono coinvolti entrambi gli Emisferi, quello sinistro più razionale, e quello destro più creativo.

Intelligenza musicale

È l’intelligenza impiegata per comporre la musica e per riconoscere e riprodurre toni e ritmi musicali. Secondo Gardner è uno dei primi talenti che emerge in un individuo. È chiaramente utilizzata da compositori, direttori d’orchestra, musicisti e in generale da tutte le persone che amano la melodia e scandiscono il ritmo, nonché dai cantanti e dagli imitatori.

Uno studente che ha questa forma d’intelligenza particolarmente sviluppata, si distingue nel suonare uno strumento musicale, e nel comporre melodie.

L’Emisfero del cervello interessato è quello  destro, essendo la musica creatività pura.

Intelligenza corporeo – cinestetica

È l’intelligenza che ci consente di sentire e gestire il nostro corpo. Viene  impiegata per esprimere idee e sentimenti utilizzando tutto il corpo e comporta anche abilità nell’uso delle mani per la trasformazione degli oggetti. E’ particolarmente utilizzata da chi è dotato di senso dell’equilibrio, coordinazione, velocità, e da chi ha una grande percezione delle dimensioni e del volume. Per tale motivo la si ritrova in  atleti, chirurghi, artigiani, preparatori atletici, ballerini e attori.

Uno studente che ha questa forma d’intelligenza particolarmente sviluppata, eccelle nelle attività motorie e nei laboratori pratici (falegnameria, teatro, meccanica etc).

L’Intelligenza Corporeo-Cinestesica interessa vari punti del nostro cervello e cervelletto, compreso il talamo. Attiva il coordinamento degli arti e del corpo in generale.

Intelligenza spaziale – visiva

È l’intelligenza caratterizzata da abilità percettiva dal punto di vista spazio/visivo ed è utilizzata nel gestire mentalmente spazi ed immagini oltre che per orientarsi e muoversi facilmente nello spazio. È particolarmente utilizzata da chi ha buon senso dell’orientamento, una memoria molto sviluppata e da chi realizza facilmente mappe e diagrammi, oltre che da chi ha è appassionato di arti visive. Per questo la si ritrova nei piloti, negli scultori, nei pittori, negli architetti e nei navigatori.

Uno studente che ha questa forma d’intelligenza particolarmente sviluppata si distingue nel  pensare per immagini oltre che nel giocare con colori e forme.

E’ soprattutto l’Emisfero destro ad esserne interessato, per l’attività di memorizzazione visiva e di attenzione ai particolari figurativi, con conseguente elevato livello di Creatività.

Intelligenza intrapersonale

E’ l’intelligenza impiegata per la conoscenza di sé, per comprendere le proprie emozioni, gli stati d’animo e gli stati mentali nonché per gestirli ed esprimerli senza esserne travolto, giungendo all’equilibrio interiore, soprattutto nei momenti di difficoltà. È l’abilità di capire se stessi, attraverso  riflessione, autocomprensione e autostima (l’ex presidente sudafricano Nelson Mandela è uno dei suoi migliori esempi). La si ritrova tipicamente nei filosofi, negli scienziati e negli scrittori.

Uno studente che ha questa forma d’intelligenza particolarmente sviluppata si distingue  nelle attività di riflessione individuale e nel saper lavorare sui propri punti di forza e debolezza.

Intelligenza anche questa guidata principalmente dall’Emisfero destro e dai lobi prefrontali.

Intelligenza interpersonale

È l’intelligenza usata per comprendere gli altri, le loro esigenze, le loro emozioni e i loro desideri. La si ritrova tipicamente negli psicologi, nei filosofi, nei politici e nei responsabili delle vendite, ma anche nei Leader che si muovono a favore di un gruppo di persone e nei politici.

Uno studente che ha questa forma d’intelligenza particolarmente sviluppata si distingue nel tessere relazioni e nel ricoprire il ruolo di mediatore nelle dispute.

Queste persone possiedono una forte sensibilità nell’interpretare espressioni facciali, tono di voce, gesti e postura.

E’ guidata principalmente dall’Emisfero destro, emotivo e creativo, ma anche dai lobi prefrontali.

Intelligenza naturalistica (aggiunta in seguito)

E’ l’intelligenza impiegata per riconoscere e classificare gli elementi della natura.

La si ritrova particolarmente negli agricoltori, negli agronomi, negli ecologisti e in generale tutte le persone che amano le piante e gli animali e si muovono abilmente nella natura (un classico esempio ne sono gli Indiani).

Uno studente che ha questa forma d’intelligenza particolarmente sviluppata eccelle in biologia e scienze, ama lavorare all’aria aperta, ed è particolarmente sensibile alla tematica ambientale.

La parte del cervello particolarmente interessato è quello dell’Emisfero cerebrale sinistro.

Intelligenza Esistenziale (aggiunta in seguito)

E’ l’intelligenza tipica di filosofi e psicologi, poiché viene utilizzata per riflettere con consapevolezza sulle teorie dell’esistenza, grazie all’intervento dell’Emisfero cerebrale sinistro, utilizzato per la capacità di astrazione.

Da questa nuova visione tutti possiamo trarre spunti stimolanti, partendo dalla conoscenza di sé. La buona notizia infatti è che, avere consapevolezza riguardo al tipo di intelligenza per la quale si è particolarmente predisposti, dà la possibilità – da un lato – di riconoscere i propri talenti e di valorizzare i propri punti di forza, come simbolo della propria unicità – dall’altro – di lavorare sulle proprie aree di miglioramento, superando i propri limiti ed ampliando sempre più i propri confini personali.

Una riflessione in merito – alla luce di quanto sopra esposto – a mio avviso dovrebbero farla:

  • i genitori – affinché esplorino, insieme ai loro figli, quali sono le loro predisposizioni innate da coltivare inizialmente, al di là dei propri desiderata (non ama la letteratura? Pazienza, magari da grande sarà un eccellente musicista);
  • le strutture scolastiche – affinché lavorino su programmi che diano diritto di cittadinanza a tutte le forme d’intelligenza;
  • i team leader nella costruzione di gruppi di lavoro ben assortiti (avrebbe senso unire insieme persone con le stesse abilità personali e professionali? Pensiamo alle band cult come i Beatles e i Queen: i singoli componenti avevano tra loro personalità molto differenti. In ogni gruppo di lavoro c’è bisogno del Leader così come del mediatore (e di tanti altri ruoli).

Concludendo questo paragrafo, mi piace fare una metafora prendendo spunto dal mondo culinario. Considerato che ogni essere umano è caratterizzato dal suo specifico mix delle molteplici intelligenze (sviluppate ognuna secondo un differente livello), riuscire a conoscere “la propria ricetta” (ingredienti, quantità e processo) dà la possibilità di utilizzarla al meglio, raggiungendo così maggiori livelli di benessere personale. Il risultato di eccellenza nella prestazione, è dato sia dalla conoscenza dei singoli ingredienti che da quella del processo (ricetta vera e propria): la conoscenza dei singoli ingredienti non servirebbe di fatto a nulla se non si sapesse come amalgamarli tra loro e se non si conoscessero i tempi di cottura.

Non basta di fatto eccellere in una singola intelligenza. E’ la plasticità della nostra mente che fa la differenza insieme alla capacità di integrare elementi tanto diversi tra loro – tra talenti innati ed abilità apprese – in quantità differenti, mettendosi sempre in gioco ed alzando l’asticella (come sfida personale) in un esercizio di miglioramento continuo.

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